Progettazioni Territoriali

Progetti di Coltivazione e Recupero di cave e miniere

Le risorse naturali che la terra ci offre sono di tipo idrico, energetico, minerario e biologico; tali risorse sono per la maggior parte di tipo non rinnovabile o rinnovabili in tempi molto lunghi fino addirittura ad essere geologici. Le risorse per definizione sono a disposizione dell’uomo ed opportunamente trasformate e valorizzate contribuiscono all’evoluzione del sistema socio economico. Nello specifico le risorse minerali che vengono distinti dalla legge italiana secondo il Regio Decreto 1443 del 1927 in minerali di prima e seconda categoria.

In Italia sono sempre meno i professionisti con competenze minerarie; le vecchie scuole di formazione universitaria e post universitaria sono andate scomparendo e con esse la figura dell’ingegnere minerario. Io stessa sono un ‘Ingegnere dell’Ambiente e del Territorio’ pur con competenze specifiche nella progettazione di cave e miniere, avendo fatto progetti minerari da 20 anni (vedi lavori svolti). Di contro come Ing. dell’Ambiente e del Territorio, per formazione, ho uno sguardo a 360° al contesto di riferimento ambientale e paesaggistico, cosa sempre più rilevante ai nostri tempi.

In questi anni ho progettato, in collaborazione con lo studio greenpit srl, cave e miniere in varie regioni del centro Italia: Lazio, Campania, Abruzzo, Umbria, Marche e Toscana. Alcune delle attività progettate estraggono materia prima strategica per importanti realtà industriali nazionali, quali cementifici e calcifici gestiti dalla Colacem S.p.A. Cementir S.p.A., Italcementi  S.p.A.

Il tipo di progetto territoriale coinvolge, necessariamente, diverse figure professionali,oltre all’ingegnere: geologi, architetti, naturalisti, agronomi. Pertanto i nostri progetti sono frutto di una collaborazione tra più professionisti e vengono realizzati in gruppo.

 

Riuso e recupero di aree dismesse

Nel passato, talvolta purtroppo anche nel presente, l’attività estrattiva è stata condotta con il solo scopo di trarre profitto estraendo il materiale. Senza tener conto delle modifiche che venivano apportate al paesaggio e di come poter inserire l’area nel contesto paesaggistico. Per cui andando in giro per l’Italia, ciascuno di noi si è imbattuto in territori feriti da attività estrattive dismesse e non recuperate.

Oggi, nei nuovi interventi, fortunatamente questo non è più possibile in quanto le pianificazioni di settore e le norme regionali prescrivono sempre che la coltivazione possa avvenire soltanto con il parallelo recupero vegetazionale, ambientale dell’area ed addirittura la metodologia di coltivazione è funzionale al recupero che si prospetta.

Le aree del passato oggi dismesse devono diventare una importante risorsa per le comunità. Attraverso accordi di programma tra pubblico e privato possono diventare una possibilità di trasformazione e di ricreare un valore economico – sociale: laddove una volta c’erano solo aree dimesse ed abbandonate , oggi possiamo progettare qualcosa di nuovo e bello.
Lo studio recreat, di volta in volta, propone soluzione di recupero o riuso sostenibili dei siti attraverso la realizzazione ad esempio: di Progetti architettonici; riuso naturalistico e per il tempo libero; parchi eolici; parchi fotovoltaici.